NOVEMBRE 2O19 – CREDENTI IN GIOCO
via Editoriale
di Alessandro Repossi – dal sito http://www.ticino.diocesi.pavia.it
“La notte prima della finale di Champions League, a Madrid contro il Bayern Monaco, ero in stanza con Cordoba. Tutti e due siamo credenti e devoti di Santa Rita. Non riuscivamo a dormire. Così giocandosi la finale il 22 maggio, ricorrenza di Santa Rita, un minuto dopo la mezzanotte ho acceso in camera una candela dedicata a lei. Visto com’è andata a finire, si può dire, con il sorriso, che Santa Rita ci abbia davvero aiutato!”. A raccontarlo è stato questa sera, venerdì 18 ottobre, Javier Zanetti, storico capitano dell’Inter (858 partite giocate con la maglia nerazzurra), intervenuto a Pavia, nell’Aula Magna dell’Università, all’incontro “Credenti in gioco”, presentato da Matteo Ranzini de “il Ticino” e organizzato dalle Pastorali Universitaria, Giovanile e dello Sport della Diocesi pavese.
“Sono orgoglioso del percorso che ho fatto nella mia carriera, soprattutto per il rispetto che mi sono meritato anche dai tifosi della altre squadre e non solo da quelli dell’Inter”, ha sottolineato Zanetti rispondendo alle domande dei giornalisti Daniele Dallera e Guido De Carolis del “Corriere della Sera”, e dei giovani che hanno gremito l’Aula Magna dell’Ateneo. “Mi piace – ha aggiunto Zanetti – quando dicono che ho un’anima operaia: mio padre ha fatto il muratore e devo tantissimo a lui e a mia madre. La soddisfazione più bella è stata quando ho annunciato ai miei genitori che mi aveva acquistato l’Inter: finalmente potevano smettere di lavorare dopo aver fatto tanti sacrifici per la nostra famiglia”. Zanetti ha spiegato cosa significa essere un leader silenzioso: “Lo ero in campo, da capitano, e penso di esserlo anche oggi che occupo un altro ruolo. Prima di tutto viene la squadra, in campo e fuori. Per vincere servono le competenze e le risorse economiche, ma ancora più importanti sono i valori umani. Nella mia vita mi sono sempre sforzato di unire: lo faccio anche in società, con una proprietà straniera alla quale cerco ogni giorno di trasmettere i valori dell’Inter”.
Un pensiero di Zanetti è andato all’ex presidente Massimo Moratti: “Gli devo moltissimo. Lui ha fatto tanto per l’Inter. Quando i risultati non arrivavano, io gli dicevo ‘presidente, vedrà che con il lavoro arriverà anche il nostro momento’: e così è stato”. Zanetti ha ringraziato gli italiani per il sostegno dato alla Fondazione Pupi, che lui ha creato nel 2001 per aiutare i bambini argentini: “Siete un popolo generoso: grazie a voi abbiamo potuto ricostruire la speranza per tanti bimbi e le loro famiglie”. Non è mancata una riflessione sul razzismo che troppo spesso è presente negli stadi: “E’ un problema che va risolto e di fronte al quale non si può essere indifferenti”.
Un pensiero di Zanetti è andato all’ex presidente Massimo Moratti: “Gli devo moltissimo. Lui ha fatto tanto per l’Inter. Quando i risultati non arrivavano, io gli dicevo ‘presidente, vedrà che con il lavoro arriverà anche il nostro momento’: e così è stato”. Zanetti ha ringraziato gli italiani per il sostegno dato alla Fondazione Pupi, che lui ha creato nel 2001 per aiutare i bambini argentini: “Siete un popolo generoso: grazie a voi abbiamo potuto ricostruire la speranza per tanti bimbi e le loro famiglie”. Non è mancata una riflessione sul razzismo che troppo spesso è presente negli stadi: “E’ un problema che va risolto e di fronte al quale non si può essere indifferenti”.
Alla domanda di un ragazzo sull’attuale allenatore nerazzurro, Zanetti ha risposto: “Antonio Conte sta facendo un grande lavoro all’Inter. Sono convinto che ci porterà a ottimi risultati. In campo io e lui eravamo avversari, non nemici. Adesso che l’ho conosciuto personalmente ho avuto modo di apprezzarne la sua grande cultura del lavoro, oltre alla competenza e all’esperienza ben conosciute e apprezzate. E’ un grandissimo professionista e sta costruendo una squadra con la mentalità giusta: speriamo davvero di iniziare insieme a lui un percorso vincente”.