Ripensiamo l’oratorio

Che cos’è?

Durante l’anno pastorale 2022/23 si è avviato in Diocesi, per volontà del Vescovo Corrado, un percorso di riflessione che si è posto come obiettivo quello di tornare a valorizzare l’oratorio come espressione della cura della comunità cristiana per le giovani generazioni.

L’oratorio, pur con tutte le difficoltà frutto dei tempi, resta il luogo privilegiato in cui promuovere l’incontro con i giovani, l’incontro tra generazioni diverse, l’incontro con Gesù.

Obiettivi del cammino

  • Tornare a valorizzare l’oratorio come espressione della cura della comunità cristiana per le giovani generazioni.
  • Che la Diocesi possa dire come pensa l’oratorio del futuro e come gli oratori esistenti possano essere ripensati e riorganizzati sia per quanto riguarda tempi e iniziative, sia per quanto riguarda le forze da spendere.

Le tappe

1. Costituzione del gruppo di pensiero

2. Questionario Oratorio Cercasi

3. Incontro con il Vescovo Corrado

4. Avvio di 3 sperimentazioni in Diocesi

5. Assemblee vicariali degli oratori

Nel corso della primavera 2023 è stato inviato a tutti i parroci e ai vicari parrocchiali un questionario al fine di effettuare una fotografia il più nitida possibile della realtà dei nostri oratori. Dal questionario sono emerse richieste, sogni e difficoltà.

Esigenze/sogni:

  • un maggior coinvolgimento delle famiglie, in particolar modo delle giovani coppie che si inseriscono nel tessuto della comunità;
  • necessità di figure educative di riferimento, debitamente formate;
  • ricorrente è anche la necessità di formare adulti e volontari che siano consapevoli e che condividano la visione diocesana e parrocchiale dell’oratorio;
  • l’oratorio deve essere sempre più un luogo educativo e non solo luogo ricreativo: per questo è urgente introdurre negli oratori un progetto educativo condiviso dalla comunità.

Difficoltà:

  • la gestione sia economica che normativa delle strutture rappresenta un problema per i sacerdoti che si trovano ad essere sempre più burocrati e sempre meno guide spirituali dell’oratorio;
  • alcune parrocchie lamentano l’assenza di un gruppo giovani, con una propria vita di fede, che possa fare da traino per i più piccoli;
  • alcune realtà fanno notare l’alta presenza di stranieri come un problema, anche di fronte alla scarsità di risorse per poter fare un competente lavoro di integrazione.

Dopo il primo periodo di riflessione all’interno di una commissione rappresentativa di diverse realtà e ruoli, si possono iniziare a tracciare alcune caratteristiche verso le quali gli oratori della nostra Diocesi dovrebbero tendere:

  1. Diocesanità: “nessuno si salva da solo” ci ha ricordato Papa Francesco in tempo di pandemia. Questa è una verità che vale sempre, anche e soprattutto nei nostri ambienti, dove a volte c’è la tendenza ad essere autoreferenziali. Dobbiamo tornare a ragionare come parte di una comunità più ampia, quella diocesana, guidata dal Vescovo. La partecipazione agli incontri con il Pastore della Diocesi e l’attenzione ai cammini e alle tematiche proposte dal centro sono il modo con cui vivere concretamente questo aspetto.
  2. Luogo di comunità: l’oratorio è il luogo in cui tutta la comunità si riconosce, è luogo privilegiato di scambio intergenerazionale dove i più grandi restituiscono ai più piccoli quanto hanno ricevuto a loro volta, è luogo in cui si può fare l’esperienza di Chiesa. Per questo diventa fondamentale proporre momenti di incontro tra famiglie, adulti, anziani con i ragazzi e i giovani.
  3. Regia dell’oratorio: uno dei problemi a cui far fronte con una certa urgenza è il tema della regia dell’oratorio. Il ridursi del numero dei sacerdoti, in particolare dei sacerdoti giovani, rende urgente il ripensamento della forma di regia da dare all’oratorio, con il coinvolgimento sempre maggiore della comunità cristiana, che si deve prendere a cuore la cura delle giovani generazioni, di laici formati e, dove possibile, di figure professionali anche retribuite.
  4. Attenzione al contesto del territorio: quanto detto a proposito della diocesanità vale anche per le reti territoriali a livello locale. Costruire un dialogo costruttivo insieme alle altre agenzie educative come la scuola, le società sportive e le istituzioni presenti sul territorio è l’unica strada per far fronte alle varie emergenze che sempre più il mondo giovanile ci mette davanti.
  5. Dimensione vocazionale: l’oratorio, luogo comunque di accoglienza “a bassa soglia”, resta luogo di evangelizzazione e luogo che deve suscitare nei ragazzi e nei giovani le domande fondamentali che riguardano la loro vita. La dimensione vocazionale, l’attenzione alla “Bella Storia” di ognuno devono essere il punto di partenza e di arrivo della nostra azione pastorale. 

In questo anno pastorale il percorso avviato si propone di dare alcune indicazioni utili a tutti gli oratori, avviando in alcune zone alcune sperimentazioni che potranno poi essere replicate su più ampia scala in caso di buon esito.

Tale percorso si intreccia inevitabilmente con il lavoro iniziato in Diocesi sulle unità pastorali. In tale contesto, e anche in comunione con il percorso sinodale, in particolar modo con quello del quarto cantiere, si vuole inserire l’assemblea degli oratori (da convocare nell’autunno 2024) e, più in generale, l’esito del percorso. Tra novembre 2023 e febbraio 2024 si sono tenuti incontri con schede di lavoro nei vicariati, convocando rappresentanti che operano in ogni oratorio a vario titolo (animatori, educatori, catechisti, genitori, volontari). Questo tipo di incontri a livello vicariale, insieme a quello diocesano, verrà messo a sistema ad anni alterni.

Accanto a questo un capitolo importante lo merita la rivalutazione e il rilancio dello sport in oratorio: con il CSI si sta pensando ad un progetto per avviare alcuni laboratori sportivi negli oratori che lo richiederanno, accompagnati ad alcuni momenti di formazione.