Editoriale Dicembre 2017

L’AVVENTO, L’ATTESA E I GIOVANI

via Editoriale

E’ ormai dai primi di novembre che le nostre città sono addobbate da luci, ghirlande e alberi di Natale. Ma si sa, oggi viviamo sempre di fretta, ci manca quella capacità di aspettare propria di società (o tempi) meno frenetici.

Il tempo di Avvento ci richiama invece all’attesa, alla capacità di aspettare qualcuno o qualcosa che arriva indipendentemente dalla nostra volontà. In spagnolo si dice esperar: attendere è sperare, è avere fiducia che l’altro si ricordi di te e venga a trovarti.

Credo che la cosa più bella che si possa aspettare è la visita di un amico o di una persona cara, sapere che questa persona voglia dedicarti ciò che di più prezioso ha e che non potrà mai recuperare in nessun modo: il suo tempo. La giovinezza è l’età in cui i rapporti umani hanno un ruolo centrale nella vita e i giovani sono molto sensibili a tutto questo. Ma sono anche quelli che risentono di più dei ritmi che la società ci impone. Spesso oggi, come dicevamo prima, ci dimentichiamo di attendere, vogliamo tutto subito. Siamo portati spesso a non rispettare i tempi dell’altro, vorremmo che tutti fossero lì sempre a nostra disposizione. La nostra società, quella degli ordini in giornata su internet, delle spunte blu su Whatsapp, delle amicizie nate online, di certo non ci aiuta. Ma l’Avvento sì. L’Avvento ci aiuta a recuperare questa bellezza, che è propria del contadino che prima semina e poi attende fiducioso.

L’attesa sfocia poi in un incontro, un incontro in grado di cambiarti la vita, un incontro che ti può riempire il cuore e che può finalmente farti vivere il presente. Paulo Coelho  così scriveva a riguardo nell’Alchimista: “È facile capire come nel mondo esista sempre qualcuno che attende qualcun altro, che ci si trovi in un deserto o in una grande città. E quando questi due esseri s’incontrano e i loro sguardi s’incrociano, tutto il passato e tutto il futuro non hanno più alcuna importanza.”

E se l’incontro che attendiamo sarà quello con il Figlio di Dio fatto uomo la nostra speranza non sarà rimasta delusa.

“Coltiva ideali. Vivi per qualcosa che supera l’uomo. E se un giorno questi ideali ti dovessero chiedere un conto salato da pagare, non smettere mai di portarli nel tuo cuore. La fedeltà ottiene tutto. Se ti colpisce l’amarezza, credi fermamente in tutte le persone che ancora operano per il bene: nella loro umiltà c’è il seme di un mondo nuovo. Frequenta le persone che hanno custodito il cuore come quello di un bambino. Impara dalla meraviglia, coltiva lo stupore.

Vivi, ama, sogna, credi. E, con la grazia Dio, non disperare mai.” (Papa Francesco, Udienza generale del 20/9/2017).

Grego

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