“GMG, un anno dopo”
Sorgente: Editoriale
Un anno fa eravamo in fibrillazione. Si avvicinava il giorno della partenza per Cracovia, per la Giornata Mondiale della Gioventù. Per molti di noi era la prima volta, per altri un po’ più navigati la seconda, per qualcuno addirittura la sesta. Ma le emozioni, alla vigilia della partenza, sono sempre le stesse. Attesa, trepidazione, un po’ di paura di fronte agli inevitabili disagi che accompagnano fedelmente ogni GMG (lo dice anche il coro!!), tanta voglia di stare insieme e condividere la fede. E la speranza di tornare a casa un po’ più “saldi nella fede”, come esortava il tema di Madrid 2011.
A Cracovia abbiamo condiviso momenti stupendi: ci siamo conosciuti, abbiamo condiviso gioie e fatiche dello stare insieme, sono nati legami belli che continuano tuttora. Dall’interminabile viaggio in pullman nel cuore dell’Europa – Vienna, Praga, Brno, qualcuno di cartello stradale non se n’è perso uno – alla visita al campo di Aushwitz così carica di significato, al brivido del pullman che per questioni di limite di tempo non può portarci a Niegowic. L’arrivo nel nostro piccolo paese e la sistemazione negli alloggi, qualcuno in famiglia, la maggior parte nella scuola. Poi l’inizio delle catechesi, la condivisione con il nostro Vescovo Corrado, l’unico pomeriggio libero in giro per Cracovia e inaspettatamente Casa Italia. A proposito: il servizio raccolta differenziata è ancora attivo? Misteri (o poteri) della fede! E come dimenticarsi della festa degli Italiani? Sole, acqua, ancora sole, file interminabili e un po’ di ottima sbobba (sì, ragazzi, mi manca pure quella, ogni tanto): il concertone della sera e il ritorno con il brivido, spersi a mezzanotte in mezzo a quella piazza là dal nome impronunciabile a rincorrere tram e taxi che mai sarebbero passati di lì. A proposito, grazie Bra per le tue doti di negoziatore! La lunga attesa per l’arrivo di Papa Francesco, il rugby improvvisato con i frati e le foto con i pompieri. E ancora: la Via Crucis a Blonia, finalmente un paninaro commestibile (e chi se li scorda gli stinchi di maiale, vero don Franco?!?). E poi la veglia con la Messa: la passeggiata per raggiungere il Campus Misericordiae, il caldo martellante del pomeriggio, il silenzio al momento dell’adorazione, le nostre luci rosse a intermittenza che illuminavano giochi, risate e sorrisi. La notte sotto le stelle con i materassini (a parte per qualcuno, spostato con sufficiente delicatezza dal suo, vero Micol?!?), il risveglio prematuro dovuto al canto degli usignoli verdi e blu (con accento bresciano) e gli alura, così cari alla Elena ma sempre molto efficaci. La Messa, il ritorno a casa sotto il diluvio universale, la ritirata nei bagni chimici e poi ancora acqua, piante sotto cui rifugiarsi e attendere (che cosa?). Perché nel viaggio di ritorno non cantiamo un po’ insieme, così per ingannare l’attesa? E via con Whatsapp…
Ho omesso molte cose sicuramente, ma ognuno custodisce negli occhi del proprio cuore i suoi ricordi, le sue emozioni, le sue piccole nostalgie. Ma un anno dopo cosa rimane di questa esperienza unica e meravigliosa?
Rimane un divano vuoto, rimangono un paio di scarpe comode. Rimane un tratto di strada fatto insieme e un tratto ancora da percorrere. Rimangono cammini che proprio a Cracovia hanno avuto inizio, altri che potrebbero scaturire da nuovo, rimane l’impegno che molti si sono presi proprio in quei giorni del luglio 2016 perché convinti che chi non vive per servire non serve per vivere.
A me personalmente rimane la luce che ho visto (e che vedo ancora) nei vostri occhi, il vostro sorriso sincero e la vostra amicizia che, proprio perché nata (o in alcuni casi cresciuta) con quella gioia che nasce dall’amore di Dio, resterà sempre speciale e uno dei ricordi più belli delle mie 6 (per ora!) GMG.
Luca (Grego)